L’etica e la famiglia sono le cose più importanti
Eugenio Aringhieri nasce a Ponsacco il 10 novembre del 1959 da Gino ed Anna, famiglia semplice con una forte etica, rimasta impressa nel suo DNA. Un fratello più piccolo, Filippo, di cui è il riferimento.
Fin da piccolo ha la passione per la ricerca, fa esperimenti col “piccolo chimico” e passa le sue giornate con una camicia del papà al posto del camice. Il sogno di inventare nuove cure attraverso i farmaci lo porta a studiare Farmacia a Pisa, anni dopo.
È innata in lui la voglia di vivere la ricerca come percorso, la ricerca dell’ignoto alimentato da un’inquietudine di fondo e la ricerca di situazioni di non confort. “Volevo essere esploratore fin da bambino”, ha sempre raccontato.
Nel 1987 conosce Paola Hüller, l’amore della sua vita a cui lo lega il filo rosso di un sentimento unico e senza fine. Si sposano due anni dopo. “Marito unico al mondo, diceva che la bellezza di una donna è negli occhi della persona che lo guarda e per 31 anni mi sono sentita la più felice ed appagata del mondo”, racconta Paola.
Nel 1989 nasce Giorgio e nel 1993 Lorenzo, per i quali è un padre premuroso, sempre presente, amico e faro. Si augura che anche loro incontrino la persona giusta, che ritengano i valori della vita un elemento chiave e che siano dei cittadini del mondo. Secondo lui, i genitori devono fungere da archi e scagliare le loro frecce (i figli) con determinazione, inoltre devono lasciare i figli liberi di prendere la loro strada.
Nel 2017 nasce la nipotina Beatrice, figlia di Lorenzo: “è bello alzarsi al mattino con la consapevolezza che sia nata questa creatura”, confida alla moglie.
Una delle sue parole preferite è: Resilienza: “…diventano fondamentali quelle caratteristiche personali che possono determinare la riuscita, come la resilienza, la determinazione, il sacrificio per un sogno da realizzare. Tutti elementi che possono fare la differenza tra la riuscita e il suo contrario”.
Una delle sue citazioni più sentite: "Non c’è una formula per il successo eccetto forse un’accettazione incondizionata della vita e di ciò che ci porta", Arthur Rubinstein